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INSERIMENTO IMPLANTARE E RIASSORBIMENTO DELL’OSSO PERI-IMPLANTARE

Inserimento implantare

L’inserimento implantare può essere eseguito con differenti approcci chirurgici . La tecnica chirurgica tradizionale prevede l’incisione dei tessuti molli. Il lembo disegnato viene poi scollato a tutto spessore dall’osso sottostante. Si ottiene così un lembo muco-periosteo, costituito dagli strati più superficiali di tessuto fino a giungere al più profondo, il periostio. Il periostio aderisce al piano osseo sottostante. Questa tecnica di inserimento implantare determina un certo grado di riassorbimento dell’osso adiacente all’impianto poi inserito. Il riassorbimento osseo peri-implantare e’ probabilmente dovuto al trauma chirurgico. Infatti  la separazione temporanea dei tessuti molli con la loro vascolarizzazione dall’osso sottostante producono una risposta infiammatoria. L’infiammazione secondaria al trauma chirurgico determina il riassorbimento del tessuto osseo sottostante.  Un tecnica chirurgica alternativa prevede l’inserimento implantare senza incisione e scollamento di un lembo muco-periosteo ( flapless).

Riassorbimento osseo

Si esegue una incisione circolare in corrispondenza della zona di inserimento dell’impianto. La carota di tessuto incisa viene asportata. L’osso sottostante è così esposto. Si esegue poi il fresaggio dell’osso nella zona del tessuto carotato. Dopo l’ inserimento implantare la ferita circolare non viene suturata in quanto risulta di pochi millimetri di diametro. Questa tecnica di inserimento  è correlata ad una perdita ossea peri-implantare statisticamente inferiore rispetto al quella convenzionale. Ciò è probabilmente dovuto alla mancanza di separazione del periostio dal piano osseo sottostante. Con questa tecnica chirurgica il trauma del tessuto osseo è minimo. Anche il decorso post operatorio risulta essere meno traumatico per il paziente. Spesso infatti il paziente non avverte dolore  e anche l’edema reattivo è assai ridotto. Tuttavia l’inserimento implantare flapless è una tecnica chirurgica chiusa. La mancanza di scollamento del lembo non permette di visualizzare il profilo osseo del sito implantare. Questa tecnica chirurgica  pertanto deve essere eseguita da un operatore esperto.

Maier FM . Initial crestal bone loss after implant placement with flapped or plapless surgery. A prospective study. Int J Oral Maxillofac Implants Aug 2016

TERAPIA DI MANTENIMENTO PARODONTALE NELLA PARODONTITE AGGRESSIVA GENERALIZZATA

Terapia di mantenimento parodontale

Terapia di mantenimento parodontale  : essa consiste nell’eseguire controlli trimestrali associati a procedure di igiene professionale.  Eventualmente ,se necessario, il paziente può essere sottoposto a levigatura radicolare. Anche un controllo radiografico annuale è indicato.  La terapia di mantenimento parodontale  si esegue al termine del trattamento parodontale attivo, chirurgico o non chirurgico. Numerosi studi hanno mostrato l’importanza di un programma di mantenimento appropriato. La terapia di mantenimento parodontale permette infatti di rendere stabile la situazione clinica del paziente. Inoltre i controlli periodici consentono di intercettare precocemente lesioni dovute al riacutizzarsi della malattia. E’ importante rendere cosciente il paziente della necessità di effettuare questo tipo di programma. Il successo a lungo termine della terapia eseguita dipende anche dalla terapia di mantenimento parodontale. Il mantenimento è particolarmente importante nei pazienti affetti da forme aggressive e generalizzate di malattia parodontale .

Parodontite aggressiva

Le forme di parodontite aggressiva sono caratteristiche e si differenziano dalle forme croniche più comuni. Esse sono caratterizzate da una rapida progressione con lesioni avanzate dei tessuti parodontali. Le specie batteriche che le sostengono sono specifiche di queste infezioni. I pazienti presentano una familiarità . Vi è una sproporzione tra accumulo di placca e gravità delle lesioni parodontali. Un recente studio è stato pubblicato sull’ argomento. Sono stati esaminati 25 pazienti trattati per la presenza di forme generalizzate e aggressive di parodontite. Il mantenimento parodontale è stato eseguito per un periodo variabile tra gli 8 e i 15 anni. Lo studio ha evidenziano un consistente beneficio nel lungo periodo. Si è avuta una ridottissima perdita di elementi dentari in seguito alla malattia parodontale (1%). Anche la perdita di attacco parodontale è stata non significativa.

Diaz-Faes L, Guerrero A. Thooth loss and alveolar bone crest loss during supportive periodontal therapy in patients with generalized aggressive periodontitis: retrospective study with follow-up of 8 to 15 years. J Clin Periodontol, Jul 2016

PERDITA DEL CONTATTO INTERDENTALE PROTESI E DENTI

Protesi implantare

Perdita del contatto interdentale protesi e denti . Il contatto che si stabilisce tra due denti adiacenti è chiamato  contatto interdentale. Il contatto interdentale ha carattere puntiforme nei settori anteriori della bocca. Nei settori posteriori si sviluppa tra i denti una area di contatto. La salute della gengiva dipende in parte dalla presenza di un  appropriato contatto interdentale. Questo contatto  garantisce il mantenimento della salute della papilla interdentale . Infatti esso protegge quest’area dai traumi della funzione masticatoria. Inoltre il contatto interdentale evita l’accumulo di cibo tra dente e dente. Infine il contatto interdentale previene lo spostamento dei denti. Nella riabilitazione impianto protesica il contatto tra la corona impianto supportata e il dente adiacente viene ristabilito. Su questo argomento  uno studio retrospettivo è stato pubblicato  nel 2016 dalla Columbia University .

Perdita del contatto interdentale

Questo studio ha valutato la presenza del contatto interdentale a livello di 174 corone impianto supportate. Il periodo di valutazione variava tra i tre mesi e gli undici anni dopo la consegna della protesi implantare. E’ stata evidenziata una percentuale elevata (52,8%) di perdita del contatto interdentale tra la corona singola impianto supportata e  i denti adiacenti. Il 72,8% della perdita del contatto interdentale protesi e denti si è verificata a livello della superficie mesiale ( anteriore)  della corona implantare. Il 21,8% a livello della superficie distale ( posteriore) della corona protesica.

Scivolamento mesiale

La causa di questa complicanza protesica risiede probabilmente nel mesial drifting . Si tratta di un   processo fisiologico di spostamento in direzione anteriore di tutti i denti delle arcate dentarie . Questo spostamento è continuo, ed è dovuto all’usura delle superfici di contatto dei denti. L’usura delle superfici interdentali è dovuta alla funzione masticatoria e all’utilizzo del filo interdentale.  L’impianto dentale, essendo immobile in quanto integrato attraverso un processo di anchilosi ossea, non subisce questo spostamento.

Varthis S ,Randi A, Tarnow DP . Prevalence of interproximal open contacts between single-implant restorations and adjacent teeth. Int J Oral Maxillofac Implants ,Oct 2016

LESIONI ENDODONTICHE E CORONAROPATIE

Infezioni endodontiche

Lesioni endodontiche e coronaropatie . Le infezioni endodontiche del dente sono la più comune manifestazione di una infezione orale. La causa dell’infezione endodontica è la necrosi della polpa del dente. La carie , un evento traumatico o un’infezione parodontale che giunga all’apice del dente possono provocare la necrosi pulpare.  Alla necrosi della polpa segue una colonizzazione batterica che può raggiungere i tessuti periapicali. La lesione endodontica si manifesta radiograficamente con un allargamento dello spazio adiacente all’apice radicolare dell’elemento dentale. Tale allargamento apicale è la manifestazione di un riassorbimento osseo di natura infettiva. I batteri responsabili dell’infezione endodontica possono essere veicolati attraverso i vasi sanguigni in diverse parti dell’organismo. La letteratura documenta una associazione tra le  lesioni endodontiche di denti non trattati e diverse patologie delle arterie coronarie cardiache.

Coronaropatie

L’associazione tra lesioni endodontiche e coronaropatie è documentata da uno studio pubblicato nel 2016 . Cinquecento otto pazienti sono stati sottoposti a angiografia coronarica e ad un esame clinico e radiografico della cavità orale. I pazienti sono stati classificati in tre gruppi. Pazienti esenti da coronaropatie . Pazienti affetti da coronaropatie in forma stabile .Pazienti affetti da coronaropatie in forma acuta. Questi ultimi sono risultati essere 169. Una ortopantomografia è stata utilizzata per evidenziare le lesioni endodontiche di denti trattai e non trattati. Lo studio supporta l’associazione tra lesioni endodontiche e coronaropatie. Questa associazione si mostra evidente soprattutto in pazienti con lesioni endodontiche di denti non trattati endodonticamente.

Associazione

L’associazione è meno marcata in presenza di lesioni endodontiche di denti trattati con cura canalare. Le conclusioni dello studio pongono un problema di salute pubblica. L’incidenza tra la popolazione di soggetti affetti da sindrome coronarica acuta è elevata. Anche l’incidenza di soggetti con lesioni endodontiche non conosciute e non trattate è considerevole. La prevenzione delle coronaropatie si deve quindi basare anche su controlli odontoiatrici periodici.
Association of endodontic lesions with coronary artery disease.
Lijestrand JM, Mantyla P, Paju S, Buhlin K.
J Dent Res 2016 Jul

PERI IMPLANTITE : FATTORI DI RISCHIO

Peri implantite

La peri implantite è una infezione di natura batterica che compromette l’osseointegrazione della superficie di un impianto dentale. Questo processo patologico, infatti, causa il riassorbimento dell’osso peri-implantare. I batteri responsabili della peri-implantite sono gli stessi che causano la malattia parodontale.
Uno studio pubblicato recentemente ha evidenziato una correlazione tra la peri-implantite ed alcuni fattori di rischio. Sono stati esaminati 916  impianti inseriti in 183 pazienti .Gli impianti erano in funzione da almeno un anno. I risultati dello studio hanno evidenziato fattori di rischio locali e sistemici. Tra i fattori di rischio sistemici il più rilevante si è dimostrato essere la familiarità alla parodontite. Una anamnesi familiare positiva  indica che spesso questa suscettibilità viene trasmessa geneticamente ai familiari più prossimi.

Fattori di rischio locali

Tra i fattori locali  vi sono poi i restauri implanto-protesici cementati piuttosto che avvitati. La cementazione di una protesi implantare  può determinare la presenza di residui di cemento apicalmente al margine gengivale  . Nel caso il canale mucoso dell’impianto sia molto profondo , la rimozione di questi residui è difficoltosa. Questi residui di cemento favoriscono l’accumulo della placca batterica. Di conseguenza possono favorire la peri implantite.

Sovraccarico funzionale

Altro fattore di rischio locale è  la presenza di sovraccarico occlusale funzionale o parafunzionale . Così come nella parodontite ,anche nella peri implantite il sovraccarico funzionale favorisce la progressione della patologia. Altro fattore di rischio locale è la presenza di una riabilitazione protesica di una intera arcata rispetto ad un ad una riabilitazione parziale. La riabilitazione di una intera arcata implica che la protesi sia costituita da una unica struttura. Non essendo presenti gli spazi interdentali  , l’igiene  degli  impianti risulterà più difficoltosa rispetto alle protesi separate. Le manovre di igiene orale  meno efficaci sono probabilmente la causa degli esiti di questo studio .

Risk indicators for Peri-implantitis. A cross-sectional study with 916 implants.
Dalago HR, Schuldt Fiho G, Rodrigues MA, Renvert S, Bianchini MA
Clin Oral Implants Res 2016 Jan

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